COME FILTRARE E RIDURRE LE EMISSIONI DELLA STAMPA
3D DI PARTICELLE E FUMI PERICOLOSI PER LA SALUTE
FILOPRINT, grazie alla collaborazione con 3DERS,
propone questo interessante REPORT svolto dai ricercatori del gruppo
di ricerca di Built Environment, dell'Illinois Institute of
Technology, IL team ha testato alcuni modelli di stampanti desktop 3D
per la monitorizzazione di COV e di altre emissioni di particelle e
polveri sottili. La ricerca ha coinvolto varie stampanti desktop 3D
commerciali, come ad esempio la stampante UP BOX + 3D che è stata
presa come esempio per il servizio, al fine di evidenziare se,
eventuali sistemi di filtraggio come un filtro HEPA per macchine a
camera chiusa, sia in grado o meno, di ridurre in modo efficiente
emissioni di UFP e VOC, che possono essere dannosi per la salute a
volte anche in modo molto pesante.
I risultati dello studio, che sono stati recentemente pubblicati in un rapporto intitolato "prestazioni di protezione: le particelle ultrafini (UFP) e composti organici volatili (COV) efficienza di rimozione di custodie stampante desktop 3D," questo il link: CLICCA QUI - dimostrano che l'UP BOX + le emissioni di particelle e fumi pericolosi è adeguatamente ridotta. La tipologia della stampante a camera chiusa ha permesso una riduzione del 74% delle emissioni UFP ed l'uso del sistema di filtraggio HEPA, ha aumentato tale percentuale al 91%.
I risultati dello studio, che sono stati recentemente pubblicati in un rapporto intitolato "prestazioni di protezione: le particelle ultrafini (UFP) e composti organici volatili (COV) efficienza di rimozione di custodie stampante desktop 3D," questo il link: CLICCA QUI - dimostrano che l'UP BOX + le emissioni di particelle e fumi pericolosi è adeguatamente ridotta. La tipologia della stampante a camera chiusa ha permesso una riduzione del 74% delle emissioni UFP ed l'uso del sistema di filtraggio HEPA, ha aumentato tale percentuale al 91%.
Una delle principali preoccupazioni per la stampa
3D, ed in particolare la stampa 3D da desktop, è la mancanza di
regolamenti che possano in qualche modo arginare i rischi per la
salute. E mentre la tecnologia potrebbe sembrare innocua, molti
processi di estrusione e deposizione fusa di materiali termoplastici
riscaldati ad alta temperatura, hanno dimostrato di produrre gas
significativi e / o emissioni di particelle pericolose. Per capire se
queste emissioni di VOC e UFP sono un fattore di rischio per la
stampa del desktop 3D, il gruppo di ricerca Ambiente ha condotto una
serie di studi.
Il primo studio, che è stato condotto nel 2013, ha provato con le misurazioni svolte, le concentrazioni UFP prodotte attraverso il funzionamento di una stampante 3D CDE. I risultati hanno mostrato tassi di emissione significativi, paragonabile a quella di cottura su un gas o una stufa elettrica, bruciando candele profumate, operando con stampanti laser con toner a polveri o bruciando una sigaretta. Da questi risultati, i ricercatori hanno suggerito quindi che gli utenti che utilizzano le stampanti 3D desktop, è sufficiente utilizzarle in spazi ben ventilati in modo da ridurre al massimo, i potenziali rischi per la salute.
Uno studio più recente, che è stato finanziato da una sovvenzione da parte del National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH), ha cercato di indagare ulteriormente sulle emissioni da stampanti desktop 3D, ampliando la ricerca ad una più vasta area di filamenti tecnici nel frattempo prodotti dalle industrie. Ciò ha significato la prova di un certo numero di diverse stampanti desktop 3D e filamenti in una camera ambientale controllata per vedere le rispettive emissioni di UFP e VOC. Di seguito i risultati dello studio A QUESTO LINK: CLICCARE QUI
Il primo studio, che è stato condotto nel 2013, ha provato con le misurazioni svolte, le concentrazioni UFP prodotte attraverso il funzionamento di una stampante 3D CDE. I risultati hanno mostrato tassi di emissione significativi, paragonabile a quella di cottura su un gas o una stufa elettrica, bruciando candele profumate, operando con stampanti laser con toner a polveri o bruciando una sigaretta. Da questi risultati, i ricercatori hanno suggerito quindi che gli utenti che utilizzano le stampanti 3D desktop, è sufficiente utilizzarle in spazi ben ventilati in modo da ridurre al massimo, i potenziali rischi per la salute.
Uno studio più recente, che è stato finanziato da una sovvenzione da parte del National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH), ha cercato di indagare ulteriormente sulle emissioni da stampanti desktop 3D, ampliando la ricerca ad una più vasta area di filamenti tecnici nel frattempo prodotti dalle industrie. Ciò ha significato la prova di un certo numero di diverse stampanti desktop 3D e filamenti in una camera ambientale controllata per vedere le rispettive emissioni di UFP e VOC. Di seguito i risultati dello studio A QUESTO LINK: CLICCARE QUI
Il gruppo di ricerca
Ambiente, ha continuato la sua ricerca testando nuovo filamento e
combinazioni di stampanti 3D, tra cui la stampante Lulzbot Mini 3D
con vari filamenti (NinjaFlex semi-trasparente, Ngen grigio, n-vent
Bianco, INOVA-1800 Rosso, T -Glase Blu, Cheetah-flessibile bianco e
lega 910 bianco), e la stampante UP BOX + 3D (con filtro HEPA) con
ABS bianco.
I test sono stati condotti in una camera ambientale controllata, e utilizzato un campione standardizzato 10 x 10 x 1 cm come test di stampa. Come il rapporto di ricerca, spiega, "i tassi di emissione di COV UFP, sono stati misurati in diversi scenari del sistema di controllo, tra cui: (1) BOX aperto, senza il funzionamento del sistema di filtrazione, (2) BOX chiuso, senza il funzionamento del sistema di filtrazione, e (3) BOX chiuso con il funzionamento del sistema di filtrazione.
I test sono stati condotti in una camera ambientale controllata, e utilizzato un campione standardizzato 10 x 10 x 1 cm come test di stampa. Come il rapporto di ricerca, spiega, "i tassi di emissione di COV UFP, sono stati misurati in diversi scenari del sistema di controllo, tra cui: (1) BOX aperto, senza il funzionamento del sistema di filtrazione, (2) BOX chiuso, senza il funzionamento del sistema di filtrazione, e (3) BOX chiuso con il funzionamento del sistema di filtrazione.
Come accennato, la prova con la stampante UP BOX +
3D, ha permesso di evidenziare che, la camera chiusa, ha ridotto le
emissioni UFP di circa il 74%, mentre il sistema di filtraggio HEPA
ha ridotto le emissioni ad un ulteriore 91%. I tassi di emissione
VOC, non sono stati ridotti dalla semplice camera chiusa (anzi,
sembravano addirittura aumentare del 50%), ma sono stati ridotti di
circa il 20% con il sistema di filtrazione. Tuttavia, una differenza
del 20/30% è una valutazione un po' approssimata e forse non ben
controllata, per cui questi risultati sulle emissioni VOC non
dovrebbero essere presi come definitivi.
La società di stampa 3D cinese TIERTIME, riferendosi al Case-Study con la stampante UP BOX + 3D, ha detto che risultati dello studio sull'emissione dei fumi e del loro trattamento tramite la struttura chiusa del loro modello di stampante 3D, è fondamentale per la salute degli utenti. Inoltre suggerisce che, un filtro built-in HEPA, può svolgere un ruolo importante nella riduzione del quantità di UFP.
La società di stampa 3D cinese TIERTIME, riferendosi al Case-Study con la stampante UP BOX + 3D, ha detto che risultati dello studio sull'emissione dei fumi e del loro trattamento tramite la struttura chiusa del loro modello di stampante 3D, è fondamentale per la salute degli utenti. Inoltre suggerisce che, un filtro built-in HEPA, può svolgere un ruolo importante nella riduzione del quantità di UFP.
Possiamo concludere
che, almeno su questo tipo di stampante 3D ed ovviamente su modelli
similari con BOX CHIUSO, la soluzione ideale e più sicura per
l'utente è quella di stampare con la camera chiusa e con il filtro
HEPA installato, se si vuole stampare in 3D filamenti del tipo ABS in
un ambiente interno come un ufficio, in aula, oppure in casa.
Fonte: 3ders
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